Da finlandese appassionato dell’Italia mi danno fastidio i commenti negativi/ironici sulla cucina finlandese dalla parte degli italiani stabiliti qui. Commenti in cui va ripetuto il fatto che il cibo italiano è molto più buono, che Finlandia è un paese giovane senza cultura gastronomica, che non esistono piatti da leccarsi i baffi in questa parte del mondo. Innanzitutto, è vero che il cibo italiano è ottimo soprattutto grazie alla fedeltà alle tradizioni culinarie/gastronomiche sviluppate durante i secoli (ci vorrebbe un altro post per questo discorso). Per quanto riguarda il cibo nostrano, sono più che convinto che la maggior parte degli italiani che vivono in Finlandia non hanno idea quanto cibo delizioso abbiamo. A dire la verità non lo sapevo nemmeno io… fino a qualche mese fa.
Mia nonna materna è morta nel 2001, cioè quando avevo 10 anni. Mi ricordo benissimo che le patate erano sempre presenti in tavola da lei. Ovviamente in quegli anni ero troppo piccolo a capire perché nonna preparava sempre qualcosa con patate (oppure qualche zuppa). Nonna lasciava con sé due libri di cucina dagli anni ’40/’50; ormai questi libri si trovano dai miei. A fine settembre quest’anno ho cominciato a sfogliare questi libri, perché volevo trovare nuova ispirazione e nuove idee. Leggendoli più attentamente ho scoperto che quei libri contengono tanta tanta informazione affascinante. Nel prossimo paragrafo vi spiego un po’ cosa mangiavamo negli anni ’50.
Prima di tutto, in Finlandia negli anni ’50 non esisteva ancora la pasta (tranne i maccheroni, i quali erano abbastanza rari). Per la maggior parte della popolazione il riso significava soltanto il riso usato per preparare il porridge di riso (fi. riisipuuro, sv. risgrynsgröt). Pane, porridge e patate erano le fonti principali di carboidrati insieme con frutta e verdura. Era quasi impossibile trovare delle banane dai negozi e le arance erano “roba da Natale”. Ad.es. mio papà ha mangiato la sua prima arancia quando aveva 7 anni e stava a Turku per operarsi all’appendice. E, si, le fragole, quelle belle squisite di oggi, erano anche quelle molto rare (nei libri di cucina di mia nonna le chiamano puutarhamansikka, cioè fragola da giardino), mentre invece le fragoline erano molto più comuni.
Per concludere il mio primo post in italiano in questo blog, vi dò una ricetta semplice che potete preparare a casa. Vale la pena di provarla, ve lo giuro:
Gelatina di caffè (fi. kahvihyytelö, sv. kaffegelé)
2,5 dl di caffè (circa una tazza regolare finlandese, ad.es. muumimuki/muminmugg)
2,5 dl di panna
5 fogli di gelatina
1 cucchiaio di zucchero
Buttare i fogli di gelatina nell’acqua fredda per almeno 5 minuti. Preparare il caffè. Strizzare i fogli di gelatina ammolliti. Aggiungere lo zucchero e i fogli di gelatina nel caffè. Montare la panna. Mescolare lentamente la panna montata con il caffè raffreddato. Lasciare a raffreddare la gelatina nel frigo per un’ora al minimo.
Smaklig måltid! – Hyvää ruokahalua! – Buorre borranlusttu! – Pyeri puurrâmlusto! – Šiõǥǥ poorrâmhaal!
Per ulteriori informazioni:
Arpiala, et.al: Uusi keittokirja – uusia ruokia ja vaihtelua vanhoihin. Kirjasampo. 1946.
Kotiruoka. Otava. 1950.
– Pekka